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lunedì 4 febbraio 2013

Tavolo modulare: pannelli base completati

Una delle parti più difficili di questo Hobby è finire uno dei progetti cominciati.
Certo, forse non è un problema dell'hobby, ma un problema più semplicemente del sottoscritto.
Fatto sta che parto con un progetto, lo amplio con nuove idee o modifiche a vecchie idee e intanto lui cresce come la pasta per fare il pane. Si gonfia, si gonfia e si gonfia. Ma quando si inforna dandogli una forma definitiva?
Ecco è quello che questo post vuole fare con il progetto del tavolo modulare. Per chi si è perso le puntate precedenti riassumo brevemente: un tavolo formato da pannelli di polistirene da 2 cm con misure standard 40x40 cm.


Il tavolo prevede sostanzialmente due tipologie di pannello: terreno completamente naturale, e terreno con una strada lastricata. I due tipi di terreno sono combinabili tra loro (da cui ne deriva la modularità).
In ogni caso l'etichetta "tavolo modulare" che trovate nel pannello di ricerca vi toglierà molti dubbi su questo progetto.


Ho deciso di considerare concluso il set base, e dunque ho sospeso la lavorazione dei pannelli fluviali.
Come vedete sullo sfondo i pannelli (a destra quelli naturali e a sinistra quelli con la strada). Sull'estrema sinistra degli accessori che considero indispensabili: terrapieni che servono per creare dislivelli sul tavolo.
Si usano in due modi: alzano l'interno panello, oppure si appoggiano sul pannello stesso.
C'è un pannello "ibrido" in cui il rialzo è fisso sul tavolo: un errore di gioventù. Esteticamente è più bello degli altri,  ma la modularità è decisamente più bassa (e l'unico comunque che ha due lati con la strada lastricata).




 Come vedete, l'accoppiamento in larghezza o lunghezza dei pannelli con le strade possono creare percorsi linari, percorsi doppi o un ipotetica "isola". Insomma, la solita modularità.

Come dicevo prima c'è poi l'ipotesi degli accessori per aumentare il senso scenico di un tavolo su più livelli
Nella prima foto si vedono contemporaneamente due diverse modalità: i pannelli dietro sono stati alzati con i "rialzi" piccoli, i rialzi grandi sono stati invece appoggiati sopra i pannelli, mentre un piccolo muretto tra i pannelli grossi è andato a chiudere la "voragine" che altrimenti sarebbe rimasta.
Nella seconda foto si vede il "trucchetto visto che rimane un lato "aperto".

Lo stesso concetto si può vedere con l'esempio delle pareti rocciose: le pareti sono appoggiate su un pannello, mentre dietro ci sono gli altri pannelli appoggiati su appositi sostegni che portano gli altri pannelli a livello delle rocce (e infatti là sopra si trova il nostro pannello con il rialzo fisso). Non metto altre foto delle rocce perchè sono state oggetto di un secondo step di lavozione (che metterò in tutorial) perchè si vedevano le incollature tra i vari strati.

Questa parte del tavolo è finita. in realtà non l'ho fotografato proprio tutto tutto, infatti di pannelli "naturali" ce ne sono 4 (e non 2 come in foto), e chissà che non aggiunga un altro pannello con la strada.

Bene, un'altro progetto completato. Adesso mi posso concentare sui pannelli fluviali (quattro). Tra sbalzi, e alternanza di tipologie dovrei arrivare ad un tavolo particolamente duttile.
 Speriamo!

1 commento:

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